mercoledì 6 agosto 2008

SCHEDA DELLO SPETTACOLO: L'Idiota

sabato 6 settembre
ore 21.00 VILLA GOLA
LA DANZA IMMOBILE/TEATRO BINARIO 7
L'idiota - dal capolavoro di Dostoevskij
scritto diretto e interpretato da Corrado Accordino

Un personaggio enigmatico e affascinante il Principe Myskin. Ad ogni rilettura L'idiota mi regala suggestioni e riflessioni nuove. A volte rido del Principe Myskin, a volte provo compassione, altre volte lo invidio. Sono travolto dal suo spirito superiore e dalla sua fede cieca negli altri. Eppure non comprendo la sua serena mancanza di volontà, così in contraddizione con l'amore passionale e istintivo che lo pervade. I suoi improvvisi accessi mi disorientano. Parla di epilessia paragonandola a uno stato di beatitudine, a una gioia senza eguali. Lo leggo vivere e mi sembra di conoscerlo da sempre. Ma poi il suo comportamento mi disorienta, torna ad essere l'estraneo di sempre, un diverso che sorprende e non si spiega. Il Principe Myskin non è mai uguale a se stesso, e come tutte le grandi figure della letteratura la sua personalità è una somma di tanti individui. A volte sembra che sia Cristo stesso a parlare con la sua parola infinitamente bella e chiara, altre volte invece sembra il Cavaliere dalla Triste Figura, comico e amaro, tragico e sublime insieme. Dell’intricatissima sequenza di avvenimenti che vengono raccontati nel libro, ho scelto la preistoria del romanzo. E’ la storia di Marie, una ragazza tubercolotica che viene sedotta da un commesso viaggiatore e perseguitata dalla malvagità della gente del villaggio. Il Principe Myskin in un primo tempo farà da spettatore alla vicenda drammatica che circonda Marie e successivamente diverrà protagonista del suo riscatto. Conquisterà l'amore dei bambini e aiuterà Marie a morire senza vergogna.

SCHEDA DELLO SPETTACOLO: Antò le momò

martedì 2 settembre
ore 21.00 CASCINA BUONMARTINO
Antò le momò
di e con Andrea Cosentino
regia Andrea Virgilio Franceschi
consulenza drammaturgica Valentina Giacchetti
collaborazione artistica Lucia Calamaro, Antonio Silvagni
maschere Andrea Cosentino
progetto Mara’Samort

Antò le momò vuole essere avanspettacolo in senso letterale, qualcosa che viene prima dello spettacolo vero e proprio. Esposizione dell’incompiuto, processo creativo esibito un attimo prima che diventi forma, strutture drammaturgiche denudate come gesto estremo e paradossale di pudore. Nella prima metà del novecento l’avanspettacolo si recitava prima dell’inizio e negli interstizi dello spettacolo vero e proprio, che allora era la proiezione cinematografica. Nella consapevolezza che oggi più che allora lo spettacolo è altrove, io tento di usare il teatro per scomporre i meccanismi dello spettacolo stesso, e della società che attraverso di esso si esprime. Antò le momò è la mia piccola scatola delle meraviglie, il mio laboratorio alchemico di sperimentazioni comico-grottesche. C’è un fatto di cronaca nera e vera confessato da un improbabile Pulcinella, dove proseguo e radicalizzo quel raccontare gli spettacoli per smontarli, che era già la cifra dei miei lavori precedenti. E c’è la presentazione di telemomò, la televisione autarchica-demenziale, dove si rappresentano sceneggiati, telegiornali e pubblicità manipolando bambole di plastica, parrucche, giocattoli, pezzi di corpo e brandelli di oggetti.

E ancora ci sono danze e racconti e canzoni e c’è naturalmente Antonin Artaud, cui questo avanspettacolo è dedicato, ridotto a marionetta manovrata da un suo doppio irridente, il quale dinanzi a voi, Signore e Signori, cercherà di catturare Dio per verificarne l’esistenza. Tutto accade nell’attimo in cui accade, e può anche non accadere. Qui voglio concedermi il piacere del rischio e dell’improvvisazione, che per me rimane il cuore pulsante del teatro.

INGRESSO: 12,00€

Sono disponibili biglietti gratuiti per i cittadini di Olgiate
Chiedi informazioni presso la biblioteca comunale

L'Ultima Luna d'Estate

Quest'anno il festival "L'Ultima Luna d'Estate" propone un programma davvero eccezionale sul tema delle identità culturali.

A partire da questo tema sono quindi da segnalare gli spettacoli "Rabinovich e Popov" di Moni Ovadia, accompagnato al pianoforte da Carlo Boccadoro, ambientato nel periodo dell'Unione Sovietica, "Synagosyty" dell'attore iraniano Aram Kian, per la regia di Gabriele Vacis, considerazioni di un mediorientale che vive in Italia, e "Eurotour" dell'Alexian Group, il più autorevole esponente della musica e della cultura rom in Italia. Un tempo sono stati considerati zingari anche gli italiani che si spostavano come migranti nell'Europa settentrionale, come ci racconta Mario Perrotta nel suo "Italiani Cìncali". E certamente zingari erano gli attori girovaghi delle famiglie teatrali della prima metà del secolo scorso, raccontate da Titino Carrara, con la regia di Laura Curino, nell'epico e picaresco "Strada Carrara". Ed è di ambientazione gitana "La casa di Bernarda Alba", l'ultimo e più alto esito drammaturgico di Federico Garcia Lorca, messo in scena dalla Piccola Compagnia della Magnolia. Sul tema della migrazione anche uno dei più illustri portavoce della musica popolare italiana Gianmaria Testa accompagnato dal clarinettista Gabriele Mirabassi in "Da questa parte del mare", un vero e proprio percorso, con la complicità di Erri De Luca. E' forte la presenza di testi d'autore: dall' "Idiota" di Fiodor Dostoevsky, ridotto a monologo nella versione di La Danza immobile, al testo di Luis Sepulveda "Il mondo alla fine del mondo" interpretato da Giorgio Scaramuzzino del Teatro dell'Archivolto per la regia di Giorgio Gallione. Dal romanzo di Silvana Grasso viene tratto "Manca solo la domenica" il monologo di Licia Maglietta, accompagnata dal banyan di Vladimir Denissenkov. O ancora una volta scrittori della cultura ebraica, come Kafka e Buber, citati nello spettacolo di Ronzinante "E fu sera e fu mattina", o le voci della letteratura Americana che fanno da sfondo alle vicende dell'11 settembre 2001 evocate da "Like a rolling stone" di Fabrica Bonaventura. Queste ultime sono anche le novità del Festival, così come lo studio su "La quinta stagione" del Teatro Città Murata/Teatrini di Napoli, per la regia di Roberto Abbiati, delicatissima opera sul tema della morte. Su un cote' più comico è Andrea Cosentino, uno degli attori più prepotentemente emergenti della nuova generazione, col suo surreale "Antò le momò", così come la divertente clownerie "Pasticceri", di Abbiati e Capuano, che ci introduce al tema del cibo. Cibo e vino illustrati nel consueto mercatino dei produttori locali curato da Slow Food. Il vino di Montevecchia sarà protagonista degli aperitivi teatrali: "Di Bacco licor di vino", recital enopoetico di Teatro Invito e Atelier delle Arti e del Gusto, e "Veglia d'amore e di vino" del Teatro delle Forme. Parla di cibo anche "Un' odissea: spuntini" di Millima Teatro, racconto per bambini. Lo spazio dedicato alle famiglie è completato dal tradizionale Fagiolino del Teatro del Drago (un altro linguaggio popolare che non può mancare al festival è quello dei burattini) e alcune fiabe popolari nello spettacolo "Stracci" di Albero Blu. "Teste di stagione" de Il Cerchio Tondo, è invece un divertente laboratorio per la costruzione di pupazzi e burattini con la frutta e la verdura, che si terrà contemporaneamente al consueto mercatino dei produttori. Il rapporto con la natura è infatti un altro tema fondamentale: in questa edizione si riproporrà la fortunata formula delle "camminate teatrali" con il Teatro Telaio sul sentiero che da Galbusera Bianca conduce alla Ca' Soldato. E infine il teatro di strada con gli spericolati Eventi verticali che nello spettacolo si arrampicano su una ciminiera.